Tregor Russo, bilancio di una vita dedicata all’arte – parte prima

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Tregor Russo è una personalità molto versatile e “multitasking” (come si dice ai giorni d’oggi). Visto che ha sempre delle novità da proporre al pubblico abbiamo pensato bene di realizzare un’intervista bilancio in cui Tregor ci racconta il passato, il presente e l’avvenire del suo essere artista a trecentosessanta gradi. Prego Sir Tregor… Ciao Tregor e benvenuto a Musicalnews. Vorrei presentarti a tutti i lettori che ancora non ti conoscono attraverso una tua breve biografia e sul tuo importante e articolato excursus musicale. Come nasce tua carriera a partire dai tuoi progetti metal degli anni ’90? “Salve a Voi di Musicalnews.com e a tutti coloro che leggono quest’intervista. Sino ad ora ho realizzato 7 album, Ep e cd singoli pubblicati dal 1997 al 2021, sono stati molto apprezzati nel panorama musicale Metal internazionale, con il nuovissimo ottavo album in un doppio cd in fase di pubblicazione. All’interno di me, esiste una catarsi costante, sinonimo di cambiamento e insieme muta anche la mia musica. La mia grande passione, professionalità, evoluzione, raffinatezza sono gli ingredienti che mi contraddistinguono come artista, sempre pronto a sperimentare ed evolvermi con uno stile tutto personale che rende tutte le mie opere uniche nel loro genere. Nelle mie produzioni vengono proposte idee innovative, originali e rivoluzionarie, amalgamando vari generi tra i quali metal, classica, jazz fusion, progressive rock, tradizionale medio-orientale, etnica, latin e folk. Ho performato e suonato tutti gli strumenti che fanno parte delle mie opere musicali registrandoli interamente da solo nei vari studi di registrazioni sia in Italia che all’estero, ove ho composto, arrangiato orchestrato tutte le musiche e scritto tutti i testi in inglese e le linee melodiche delle liriche e dei cori maschili e femminili., passando da vari generi musicali utilizzando i parametri e i dettagli dell’arte della dodecafonia alla polifonia contrappuntistica elevata ai massimi livelli concettuali ed espressivi dai franco fiamminghi tra il quattrocento e il cinquecento, con quello del seicento e del settecento  italiano e tedesco. In tutte le mie produzioni musicali ho suonato le chitarre elettriche a 6, 7 e 8 corde, la chitarra classica, il basso 4 e 5 corde, la batteria, le tastiere, le percussioni e diversi strumenti etnici, avendo scritto anche tutti i testi e poesie in inglese per tutti i concept dei miei album.” I tuoi impegni culturali e progetti musicali sono ragguardevoli e colpisce la tua inclinazione a una visione molto eclettica e personale del metal e dei suoi sottogeneri. Partendo dai tuoi Dionisyan, raccontaci l’evoluzione dei tuoi dischi a cominciare dall’ep “Land of Dreams” fino al tuo ultimo terzo lavoro, ovvero “Last Millennium” del 2021? “Nel 2012 è stato pubblicato il primo ep ufficiale dei Dionisyan dal titolo ” Land Of Dreams” che fu accolto molto bene dai vari siti che trattavano metal oscuro e non,  ma la cosa nuova fu che lo suonai con le chitarre a 7 corde, il basso a 5 corde, la batteria con la tecnica del drum’n’bass e con le tastiere come accompagnamento, il tutto amalgamato con grande potenza sonora, una registrazione perfetta, pulita e cristallina per godere della produzione stellare che avevo in studio di registrazione come produttore musicale  e tecnico del suono, mescolando diversi stili musicali, stili compositivi e arrangiando il tutto con un risultato allucinante, venendo fuori il melodic death doom metal. Il primo lavoro “The Mystery Of Faith” che ho creato per i miei Dionisyan è stato volutamente scritto, composto e arrangiato nello stile polifonico contrappuntistico poliritmico, in tutto l’album nasce una grande innovazione musicale dove insieme al death metal melodico,  prog metal e al doom metal atmosferico, ho unito musica classica, musica barocca, canti gregoriani, musica tradizionale mediorientale, creando un capolavoro unico nel suo genere, tra l’altro suonando tutti gli strumenti essendo polistrumentista. Non avevo mai fatto e realizzato videoclip per nessuna delle mie altre band professionali prima del primo album dei miei Dionisyan. Infatti per “The Mystery Of Faith” avevo scelto due canzoni e realizzare i videoclip come produttore esecutivo, ossia “Torment And Ecstacy” e “Chain Of Thorns”. Mi sono divertito e ho posto le basi nella mia prima esperienza da regista e come attore con più di 30 anni di esperienza teatrale alle spalle. Ho scritto la narrazione, le trame dei due videoclip e ho scelto sia le location, le modelle, le ballerine e le comparse. Sono davvero soddisfatto sia del primo album “The Mystery of Faith” che delle produzioni e del lavoro finale dei due videoclip. Per il secondo album ho scelto di cambiare generi rispetto al primo album per proseguire il mio percorso evolutivo per non fossilizzarmi, come è mio solito fare di album in album, perché il mi intento è quello di creare delle complesse canzoni che uniscano il doom metal con la musica barocca nota dopo nota, brano dopo brano per realizzare l’album con un tipico virtuosismo di chitarra barocca, che conferisce un suono atmosferico speciale alle canzoni. Il secondo album “Delirium And Madness” è stata volutamente scritto, composto e arrangiato nello stile polifonico contrappuntistico poliritmico, per farvi capire nello stile di musica barocca a metà tra quella tedesca con riferimento a J. S. Bach e a quella italiana in particolare a quella veneziana con riferimento ad Antonio Vivaldi, una vera opera metal ma ricontestualizzata in chiave della musica barocca, nel pieno stile del concerto grosso della prima metà del Settecento. Ho composto, arrangiato, orchestrato tutta la musica e suonato tutti gli strumenti in studio di registrazione, ho diretto le due cantanti che hanno preso parte alla registrazione dell’album di cui una cantante lirica e una cantante moderna, alternando le loro voci e tecniche vocali, con un ottimo risultato. Sono stati realizzati due lyric video promozionali “In The Mirror of My Soul” e “Blood Prophecy” molto belli, ancora quando li guardo e li ascolto mi emoziono e ne sono davvero soddisfatto per il gran lavoro svolto. Ho lavorato all’ultimo terzo album per un totale di due mesi, creando le principali linee melodiche con la chitarra elettrica a sette corde e poi scrivendo le altre composizioni e gli arrangiamenti per gli altri strumenti musicali! Per la terza opera “Last Millenium” il mio modo di comporre musica è stato intricato e complesso come sempre, ma Last Millennium è diverso dagli altri, negli anni ho creato il mio stile, rendendolo unico per la ricchezza dei dettagli che metto in ogni mia composizione per rendere le mie opere molto affascinanti e mistiche allo stesso tempo. Il mio modo di comporre segue solitamente la realizzazione di uno spartito della linea melodica principale di una chitarra ritmica, su cui poi compongo tutto il resto in sovrapposizione. La Terza Opera “ Last Millennium” è stata volutamente scritta, composta e arrangiata nello stile polifonico contrappuntistico poliritmico, per farvi capire nello stile di Musica Barocca a metà tra quella tedesca con riferimento a J.S.Bach e a quella italiana in particolare a quella veneziana con riferimento ad Antonio Vivaldi, sia anche il primo che il secondo album nascono dalla mia  innovazione musicale dove insieme al death metal melodico, prog metal e al doom metal atmosferico, ho unito musica classica, musica barocca, canti gregoriani, creando un capolavoro unico nel suo genere dando alla band un buon risalto. Sfuggendo al luogo comune in cui si incontrano molte band, Dionisyan fa la differenza, presentando musica distinta e raffinata. Fra l’altro suonando tutti gli strumenti essendo un polistrumentista, cantando su “Last Millenium” in clean, harsh e growl per dare una profonda identità ed interpretazione.” Alcuni titoli dei brani tratti da Last Millennium come ad esempio: “Predictions “Dust in the Ashes” o “Horacle Divine” ripercorrono i meandri più oscuri della morte e della metafisica umana. Quali sono le locations e le fonti di ispirazione per le atmosfere plumbee per i testi dei Dionisyan? “I Dionisyan sono il mio progetto musicale solista principale, assieme ai Gates Of Eden, Leper Divine e Sortilegium. Ho creato e fondato i Dionisyan nel 2010 nell’intento di proporre musica innovativa ed originale, amalgamando diversi stili dovuti alla mia conoscenza, competenza e dopo ricerche, studi ed approfondimenti sul mondo musicale concreto, prendendo come genere principale l’atmospheric doom metal combinandolo con il progressive metal , la musica classica, il melodic death metal ed altri stili che nei tre album ho voluto suonare, evolvere, performare e mettere in auge l’interpretazione, le emozioni, le sensazioni piu’ profonde che venivano fuori dalla mia anima da compositore, arrangiatore, polistrumentista professionista, oltre che ovviamente da docente di musica per differenziarli, mantenendo un filo conduttore che li rendesse omogenei, essendo tutti e tre gli album delle opere concept ove ho trattato vari temi come liriche come ad esempio nel primo ep “Land of Dreams” e nel primo album “The Mystery of Faith” ho parlato del mistero della fede e della religione, nel secondo album “Delirium and Madness” ho parlato della spiritualità e della psicanalisi e sull’ultimo terzo album “Last Millenium” ho parlato dell’enfasi della vita e della morte.” Si apprezza una perizia altamente tecnica chitarristica, complessa, intricata e complicata per un genere come l’atmospheric death doom metal. Normalmente le altre band  si concentrano su pochi riff  d’impatto.  Si rimane colpiti dai passaggi solistici e dall’uso dell’eccellente polifonia contrappuntistica nel tuo riffing. Come hai sviluppato un approccio tanto elaborato con i tuoi strumenti? “Sia nel primo Ep che nei tre album non mi sono limitato a suonare ed eseguire un monolitico death doom metal ma bensì il progressive atmospheric death doom metal, tra la melodia e la potenza del primo ep “Land Of Dreams”,  la cattiveria, l’astrusità, il mood intricato del primo album “The Mystery Of Faith”, la solennità, la complessità e l’oscurità del secondo album “Delirium And Madness” e l’oblio, l’oscurità e la complessità del terzo album “Last Millennium”.  Non mi sono mai limitato a spaziare e a mettere in auge diversi stili di musica colta, soprattutto al mio background molto complesso, completo ed intricato in fatto di conoscenza musicale a 360°, escogitando una soluzione finale nel saper mescolare sapientemente diversi e svariati stili musicali ben distinti tra di loro per metrica compositiva, abbinandolo con gusto estetico  e metafisico nel creare una musica diversa dal solito e che non fosse la solita roba utilizzata e tritata da decenni, mirando all’innovazione, originalità e personalità, colpendo ogni tipo di interlocutore, dal piu’ esperto in materia sin al dilettante novellino che si affaccia da poco nel campo della musica metal, jazz e classica. In realtà tutti i miei album sono stati registrati interamente da me negli studi di registrazione, con qualche rara eccezione per via di collaborazioni con cantanti uomini e donne e di strumentisti che come special guest ho fatto eseguire le partiture di qualche strumento classico acustico. Gli special guest li adoperero’ esclusivamente per fare i live. Tuttavia ho creato il progetto Dionisyan nel 2010 per l’importantissima influenza che la Sicilia ha avuto su di me e su tutti i fronti dell’arte, della cultura, della politica, della democrazia, della storia e altro ancora nel periodo della Magna Grecia, dal Settecento al duecento avanti Cristo.” (continua)

Per saperne di più: https://www.facebook.com/tregor.russo.1