Woodstock. Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi – Andrea Pintelli, Athos Enrile e Angelo De Negri (Arcana, 2023, 272 pag. – 20 €)

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Il 2019 doveva essere il grande anno, mezzo secolo ci separava da uno dei più grandi eventi della storia post secondo conflitto mondiale: il Festival di Woodstock, tre giorni di pace, amore e musica, vissuti a Bethel, una piccola città rurale nello stato di New York, a metà agosto 1969. Ed invece, a differenza degli anni di avvicinamento, ricchi di celebrazioni, nel 2019, non fosse per alcune naturali ristampe in vinile e cd dei dischi storici, è stata quasi dimenticata la meravigliosa manifestazione cultural musicale.

Forse quasi per scusarsi, negli anni successivi sono scattate rievocazioni ovunque: festival, mostre, dischi e naturalmente libri. Alcuni, firmati anche da nomi importati, non hanno fatto altro che masticare cose trite e ritrite, giocando sull’impatto emotivo e sull’apparato fotografico.

Ecco, non aspettatevi l’ovvietà in questo meraviglioso volume curato dai tre nomi di copertina, che invece hanno corredato il libro con un’idea di base originale, una domanda non dichiarata, ma di fatto presente: ma in Italia come è stato vissuto e filtrato il festival di Woodstock? Ed oggi cosa resta di quei giorni che sembrava potessero cambiare il mondo? Quando Jimi Hendrix, Janis Joplin, The Who e Joan Baez, forse in senza esserne consapevoli, stavano lasciando un segno indelebile nella storia del rock e del mondo intero.

Uno dei poster originali della tre giorni di Woodstock!!

Tanti gli interventi di artisti ed addetti ai lavori che, ognuno con la propria sensibilità e la propria memoria, ma tutti annodano i fili di un tempo andato e costruiscono ciò che è stato per quel che è possibile e ciò che è rimasto, di quei giorni, ma in generale di quel periodo e magari ipotizzando quello che resterà.

E così sembra di ascoltare le voci di chi c’era (Lucio Salvini, al tempo responsabile estero Ricordi e il grande Eddie Kramer, ingegnere del suono a Woodstock e Simonluca, allora studente e poi raffinato cantautore), e di chi ha fatto di Woodstock un’idea e forse un’ideale, artisti come Bernardo Lanzetti, Gianni Leone, Andrea Mingardi, Gianni Nocenzi, Tony Pagliuca, Paolo Siani, Lino Vairetti ed ancora Augusto Andreoli, Giorgio Mora, Luca Nappo, Gianni Novelli, Mauro Selis, Riccardo Storti e tanti altri. E leggendo comprendiamo che forse Woodstock non è solo un ricordo, vissuto o studiato, ma è la sintesi di un qualcosa che è mutato in tutti noi, la speranza, gli ideali sconfitti, i sogni che se ne vanno, ma che non muoiono.

Arricchito dai bellissimi disegni di Angelo De Negri, “Woodstock. Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi” è un libro veramente bello e che mancava, almeno in Italia, nella vasta bibliografia del festival. La qualità principale di queste 272 pagine? Non cadere mai nella retorica, non cedere alla nostalgia, ma i racconti si muovono in un solido equilibrio, dove il ricordare “i bei tempi andati” non sempre corrisponde alla bellezza che non c’è più, e comprendere che se oggi non tutti gli ingranaggi funzionano bene, forse è anche una responsabilità di tante, troppe promesse non mantenute, proprio da chi oggi si nasconde nel passato.