Mauro Patti – Telamon (Dodicilune Ed554)

Tempo di Lettura: 3 minuti

Martedì 21 Novembre viene pubblicato questo bel disco del giovane batterista, percussionista, compositore e arrangiatore agrigentino: nel ruolo di impavido nocchiero, guida un quintetto di musica jazz e afro-jazz composto da Guglielmo Pagnozzi (sax soprano), Giovanni Benvenuti (sax tenore), Pierpaolo Zenni (piano), Matteo Bonti (contrabbasso) ed ampliato dalla presenza di Francesca Bongiovanni (voce), Lorenzo Simoni (sax alto), Alessandro La Neve (sax baritono), Matteo Bonti (contrabbasso), Andrea Liotta (percussioni cubane).

L’album ha un titolo forte ed imponente, perché cita il personaggio della mitologia greca: era un argonauta e divenne re di Salamina. Assieme a Peleo accompagnò Eracle nelle spedizioni contro le Amazzoni e contro Troia: rifacendosi a cotanta attività, con il termine di Telamoni si identificano quelle poderose statue alte 7,7 metri che sostenevano il grande Tempio di Giove Olimpico, In pratica si tratta delle varianti maschili delle cariatidi e sono sculture utilizzate in architettura con la funzione di colonne o pilastri di sostegno degli edifici .. Il Telamon project propone otto composizioni originali di Mauro Patti, il celebre standard Caravan di Duke Ellington, Juan Tizol e Irving Mills e un omaggio a John Coltrane con testi di Fabio Leone che firma anche i tre brani della suite d’apertura Kalós e Chiantu (musiche di Patti ed Eugenio Di Stefano) che ospita il trombettista Giovanni Falzone e il trombonista Luca Tapino. Detto che è stato registrato tra Livorno e la senese Piancastagnaio, è un disco (che a dispetto del riferimento mitologico) è assai fruibile, direi quasi istintivo: non vi sono lunghi fraseggi ricolmi di orpelli, ma impressiona per una linearità tematica: l’artwork di Fabio Orioli in questo contesto gioca un ruolo fondamentale, perché cromaticamente naive e con quel pizzico di semplicità adolescenziale. Nella comunicazione si punta molto su questo lavoro di pancia .. This disc was entirely live recorded in the studio, all together, without metronome, and without any overdubbing or editing, in order to preserve the interplay and spontaneity and the real dynamics of the performances .. Il package (spesso usato da Dodicilune per i suoi dischi) diventa uno scrigno che si apre al mondo ed in cui ti accolgono le riflessioni di Alberto Maniaci (direttore d’orchestra, compositore e pianista), tra cui citerò la frase forse più emblematica … Il collante degli elementi armonici e melodici è indubbiamente l’aspetto ritmico che è il risultato di un lavoro di ricerca dell’autore sul mondo della musica Afro. La poliritmia si palesa sempre in modo mai invasivo ed è indubbiamente uno dei punti di forza del progetto ..
Perché il focus di Mauro Patti in Telamon è proprio lo sguardo verso la culla dell’homo sapiens: alla luce di questo, anche la grafica della copertina riporta ai manufatti (disegnati, suonati e dipinti) della fascia equatoriale africana, avvicinandosi a quei sapori che dal Senegal arrivano al Mali, si fermano in Burkina Faso e guardano al Sahara da cui giungono suoni caldi (le due parti del brano Umbilicus ne sono la prova provata), ma anche pathos sotto forma di vento umorale. Giunge pertanto automatico dire che proprio un brano come Porta dei venti è il pamphlet di questo bel disco di 59 minuti e 35 secondi totali!

Tracklist di questo disco: Kalos pt.I, Kalos pt.II, Kalos pt.III, Porta dei Venti, Bibbirrìa, Demaréteion (Naima), Chiantu (feat. Giovanni Falzone), Umbilicus pt.I, Umbilicus pt.II, Caravan (tribute to Giulio Capiozzo)