Thomas Frank Hopper – Paradize City (autoprodotto, 2023)

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Dopo “Bloodstone” di due anni fa, torna il chitarrista e cantate belga con un nuovo album che ci costringe a rivedere le classifiche di fine anno.

Infatti la qualità delle dieci tracce di questo “Paradise City” è stupefacente. Rispetto al precedente l’heavy blues di base, supportato da una ritmica sempre martellante, viene maggiormente supportato da un organo Hammond, elemento che naturalmente fa la differenza e ci catapulta negli anni migliori del genere, quegli anni Settanta che molti fan di vecchia data rimpiangono.

Ma l’effetto nostalgia qui è scaraventato nell’angolo da una dinamica moderna e da suoni più rividi e spigolosi, su cui domina la splendida voce del leader. Non ci sono riempitivi tra questi solchi, anche se la personale preferenza va a “Chimera”, sorta di comunione tra Deep Purple e Led Zeppelin e l’iniziale “Troublemaker” con un riff spaccamontagne tra Black Stone Cherry e Blues Pills, mentre “Tribe” e “A Song For The Devil” evocano evoluzioni zeppeliniane. La title track, che si apre con un giro alla ZZ Top, è incentrata su un coro bellissimo ed originale, che mescola rock e soul, con Thomas che giganteggia con la sua ugola perfettamente intonata. “Back To The Wild” è un potente blues rock sincopato vecchia maniera, che in “Dog In An Alley” trova una forma più acustica che sfiora la ballata con un cantato ancora una volta bellissimo. Slide  e armonica a bocca che aprono “April Fool” dicono molto di come si svilupperà il pezzo, cosi come “Crossorads” che sin dal titolo evoca paludi limacciose, che nella conclusiva “Boundless” lasciano spazio a tramonti desertici.

Thomas (con il cappello) e la sua band!!

Dispiace che in album di questo livello potrebbe non trovare ampio spazio tra gli amanti di questo tipo di sonorità, perché in termini di scrittura e tecnica e feeling ha pochi rivali tra le uscite dell’anno appena concluso.

Un suggerimento a Thomas: l’immagine è giusta, ma la copertina deve essere molto più attrattiva e dare un’idea più specifica dei contenuti. È sempre stato così ed in tempi di informazione massificata la cosa è ancora più importante.


Detto questo: se amate l’hard rock irrorato di chitarre e organo Hammond “Paradize City” è un album da avere assolutamente!

Thomas Frank Hopper: voce, chitarra lapsteel // Diego Higueras: chitarra // Jacob Miller: basso cori // Nicolas Scalliet: batteria // Maxime Siroul: organo Hammond