Francesco Cavestri: ecco la mia bellezza ispiratrice

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IKI – Bellezza ispiratrice” è il titolo del terzo album di Francesco Cavestri (Early 17 Records / Universal Music Italia), tra i vincitori del Top Jazz sezione Nuovi Talenti indetto da Musica Jazz. L’album è ispirato alla bellezza della musica ed ai suoi legami tra i generi e gli artisti. E’ un album col quale Cavestri procede nel suo percorso alla scoperta del jazz nella sua forma più libera e aperta che trae ispirazione da fonti musicali diverse e a sua volta contribuisce alla nascita e allo sviluppo di nuove musiche e stili, in un rapporto di continuo scambio e confronto con le innovazioni sonore della contemporaneità. Ne abbiamo parlato con l’artista.

Francesco, il tuo nuovo album “IKI – bellezza ispiratrice” sembra essere un viaggio attraverso la fusione di generi musicali diversi, in particolare jazz e musica elettronica. Qual è stato il processo creativo dietro la creazione di questo album e quali sono stati i tuoi principali obiettivi artistici?
E’ stato un processo molto vario, che è durato quasi un anno. La prima traccia dell’album è stata scritta a settembre 2022, mentre l’ultima a maggio 2023. Un lasso di tempo piuttosto ampio, e per questo motivo sono rintracciabili stili diversi, come l’hip hop oppure citazioni di band come Massive Attack. E’ un album di cui sono molto soddisfatto e che è una testimonianza reale della mia visione del jazz. Il Jazz è un genere rivolto a contaminazioni e a nuove strade espressive. Nel primo album i tratti di musica elettronica erano accennati ed evasivi.

“IKI” è ispirato alla filosofia giapponese che promuove un’attitudine distaccata e aperta verso la vita. Come hai integrato questa filosofia nel tuo lavoro musicale e come ha influenzato il tuo approccio alla composizione e all’espressione musicale?
Mi sono avvicinato a questo pensiero attraverso il libro “La struttura dell’IKI”. E’ stata una ricerca estetica appassionata e costante. L’album conta almeno quattro sottogeneri diversi. La ricerca non è ferma e stantia, ma è in costante evoluzione. Non solo jazz e generi musicali diversi, ma anche altre forme d’arte, come nel caso di “Distaccati”, tratta da un monologo da “La dolce vita” di Federico Fellini. Nell’album diverse forme d’arte interagiscono e dialogano con la musica.

Nel tuo album, hai citato artisti e brani notevoli, come “Naima” di John Coltrane e “Teardrop” (“Giovani lacrime”) dei Massive Attack. Come hai lavorato su queste fusioni e quali sfide hai affrontato nel combinare questi diversi elementi musicali in un’unica composizione coesa?
Mi ritrovo a reinterpretare questi brani in maniera molto personale e caratteristica, mettendoci quelle che sono le mie ispirazioni e influenze. Per un musicista la cosa importante è ascoltare tanta musica. L’ascolto della musica ti permette di sintetizzare quello che hai ascoltato nel tuo linguaggio, partendo sempre da qualcosa di diverso. Per esempio, “Naima” di Coltrane si uscite a “Everything In Its Right Place” dei Radiohead: artisti molto diversi tra loro, ma che possono unirsi in maniera molto organica. L’ultima traccia dell’album, che è proprio “IKI – Bellezza ispiratrice” è stata realizzata con Paolo Fresu: si parte con una melodia di ispirazione morriconiana, che cede il posto all’elettronica.
La tua musica sembra mantenere un legame stretto con l’hip hop, citando ritmiche e influenze di artisti come Erykah Badu e Kendrick Lamar. Qual è il tuo rapporto con l’hip hop e come credi che abbia influenzato il tuo approccio al jazz e alla composizione?
Sono un grande appassionato. Mi sono avvicinato a questo genere a 14 anni. Facevo caso a come molti artisti jazz, penso per esempio a Miles Davis, si affacciassero e interagissero con artisti del mondo hip hop. Questo mi ha ispirato nel realizzare una lezione concerto che ho portato in diverse scuole e anche alla Casa del Jazz di Roma.

Hai avuto la fortuna di collaborare con Paolo Fresu e Cleon Edwards per questo album. Come è nata questa collaborazione e in che modo ha arricchito il processo creativo e il risultato finale del tuo lavoro?
Edwards è un batterista hip hop di riferimento. Nei dischi di Eryka Badu c’è Cleon Edwards. E’ stato un grande onore per me ospitare questo grande batterista. Nell’ultimo brano poi c’è Paolo Fresu, uno dei più grandi trombettisti italiani a livello internazionale, con cui ho stabilito un ottimo rapporto professionale e personale. Mi ha dato diverse opportunità anche nel suo festival e ora con questa registrazione.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti musicali successivi dopo l’uscita di “IKI – bellezza ispiratrice”?
Sta partendo il tour di presentazione di questo album, dove presenterò anche composizioni che ho scritto per un podcast della Rai. Questa sera, 14 aprile, suonerò al Blue Note di Milano, che è già sold out. Il tour prosegue mercoledì 17 aprile all’Alexanderplatz Jazz Club di Roma: qui ci saranno come ospiti Giovanni e Matteo Cutello, due grandi musicisti, rispettivamente al sax e alla tromba. E poi si proseguirà con altri appuntamenti: l’11 maggio sarà in provincia di Mantova con Fabrizio Bosso.