Rebel Heart – 1918 (cd) rock metal 80’s di fabbricazione marchigiana

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Judas Priest, Pantera, Offspring, Ac/dc o R.J. Dio: sono queste le fonti di ispirazione per il combo Rebel Heart: il 6 Aprile li abbiamo intervistati, perchè ci era giunta la notizia che avevano pubblicato il nuovo album 1918 solo su YouTube e si tratta del loro secondo lavoro, dopo che due anni fa abbondanti ci avevano deliziato con Natural born rockers, un vero e proprio pamphlet della loro filosofia di vita.

Musicalmente mi sembra un ottimo mix tra il metal della fine degli anni ’80 e quello dei primi ’90 per due ragioni fondamentali: il timbro di voce del cantante Germano Quintabà che mi sembra molto vicina a quella di Rob Halford e di Brian Johnson, a tratti anche R.J.Dio per la carica espressiva e poi vanno considerati riff di chitarra, marchiati a fuoco da Ivan Perugini, come anche per le tipiche strutture armoniche utilizzate dalla band per la composizione delle canzoni. Il concept che sta alla base dell’album è .. lo spezzarsi dei cuori e il piegarsi delle menti.., argomenti principali nei testi delle canzoni dei Rebel Heart, da cui il loro .. giusto e mai empio tributo a migliaia di giovani virgulti caduti nel fango e nella solitudine, per la stupidità di pochi.. , a causa della Grande Guerra.
I suoni scelti sono assimilabili un po’ alla modalità “do it yourself” che fu tipica di certo rock alternativo proprio degli anni 90. Il lavoro che ne esce, merito anche del magister Paolo Ojetti alla console, è molto ben confezionato, fruibilissimo ed equilibrato in tutte le sfumature degli strumenti e della voce e ne esce un prodotto complessivamente molto coerente e coeso, omogeneo nello stile. Se consideriamo anche il lavoro di arrangiamento tra le ritmiche, la voce e poi l’alternarsi di ritmiche più catchy (Sacrifice, Mad Bullet) ad altre più elaborate (Crucified soldier, No man’s land), in alcuni momenti doom, in altri stile Pantera, tutto questo rende molto piacevole l’ascolto, svelando una sorprendente capacità di incuriosire chi ascolta: ad esempio nell’ascoltare l’ultimo brano intitolato Mad Bullet ho addirittura quasi l’impressione di sentire un pezzo degli Offspring in versione metal, ma questo non stride assolutamente con tutto ciò che precede. Tra le mie favorite sicuramente Crucified soldier, Iron rose, No man’s land, No guts no glory e Mad bullet. Se vi sentite di avere un cuore ribelle, il disco è per voi.

Mixing e Mastering Paolo Ojetti
Voce Germano Quintabà
Chitarre e tastiera Ivan Perugini
Basso Francesco Caporaletti e Ivan Perugini
Batteria Giacomo Zepponi
Batteria Giampiero Santini in “Race to Madness” e “Crucified Soldier”
Foto Alessandro Fermani
Artwork& sound engeneer Ivan Perugini