Disciplina e antenne dritte: intervista a Ninai e la sua musica in testa..

Tempo di Lettura: 5 minuti

La nostra Sarah il 22 Luglio ha scritto della verve creativa di Ninai, sottolineando come l’artista torinese constati che nella testa di ognuno si crea un vasto archivio sonoro: da queste ed altre riflessioni, nasce la mia volontà di intervistarla e lei si è subito messa a disposizione.

– Ninaì bentrovata: ti senti più una compositrice, una pianista o una cantante?
Sai, attualmente sento che le tre espressioni viaggiano in simbiosi, una ha bisogno dell’altra per arrivare a esprimere quello che sento dentro. È un processo di conoscenza con sé stessi che si sviluppa negli anni. Sono partita con il pianoforte da bambina, scoprendo subito la voce in modo istintivo, inoltre ho avuto la possibilità tramite la mia famiglia di sentire in casa musica a 360 gradi. Succede che come un neonato che si arriva sulla terra, prima di parlare ascolti con molta attenzione chi ti circonda sei attento a tutto perché ti affacci a un mondo dove l’espressione verbale e i movimenti sono codici per interagire con i tuoi simili. All’inizio ripeti e poi crescendo ampli il vocabolario fino a trovare il tuo stile e la tua personalità. Ecco nella musica funziona così : ho passato l’adolescenza ad imparare a memoria canzoni, scat vocali o capire giri armonici e scale, tanto studio disciplina e gavetta live (la parte più importante per cominciare a entrare in campo). Poi a un certo punto riarrangiavo ogni brano che avevo tra le mani e sentivo che il sound della mia voce aveva urgente bisogno di uscire così a nudo, naturale per quella che sono io senza interferenze. C’è uno step dove la composizione diventa necessaria per esprimere il tuo mondo. Cerchi sincerità e pulizia e questo ti dà una forza interiore notevole.
Musica in testa è un disco che si sta muovendo bene: ti hanno soddisfatta le recensioni?
Si sono molto felice di quello che ora è uscito dalla critica. Mi piace e mi sorprende ogni volta come ogni giornalista senta e interpreti la mia musica. A volte si prendono paragoni ad esempio o riflessioni che neanche io ho pensato in fase di scrittura, quindi è come scoprire una nuova prospettiva di se stessi.

Come ti sei trovata allo Jeti Lab Studio di Biella, con il sound engineer Jacopo Tricoli?
È stata un’esperienza molto bella che ho vissuto giorno per giorno a mente libera. Con Jacopo in realtà ci siamo conosciuti strada facendo, ero stata da lui due mesi prima a sentire un concerto parte della loro rassegna estiva senza sapere che da lì a poco sarei andata a registrare il mio Ep.. dopo il primo incontro come sempre curiosa, sono andata ad ascoltare i suoi dischi e ho subito capito che era la persona che cercavo…mi piace come intende i suoni e l’utilizzo dell’elettronica. A volte arrivavo in studio con un’idea in testa che lui riusciva a tradurre perfettamente. Molti arrangiamenti e cori sono nati in fase di registrazione, lasciavo fluire la creatività, ti rendi conto che è come se ancora quello che hai scritto può evolversi e Jacopo era sempre pronto con la giusta predisposizione a cogliere il momento giusto. Inoltre lo studio è a 1100 m d’altezza, non ci arrivi con la macchina e il paese d’inverno è semideserto, ai tuoi occhi si apre un panorama molto forte fatto di montagne e natura. Direi che è veramente un piccolo eremo dove poter lasciar scorrere la musica.
– Si parla molto delle tue origini, citando il Perù: vuoi aiutarci nel ricostruire le tue origini?
Certo partendo dalla scelta del mio nome artistico che a Nina aggiunge una ì, in onore alla mia nonna di Lima che alla mia nascita propose il nome Annaì (appartenente a una principessa Maya o Incas). Nonna materna a sua volta nata da mamma peruviana e papà cinese. Sono felice di sentire questo incrocio di sangue in me, è una storia di generazioni di donne, come ben descrive la scrittrice messicana Ángeles Mastretta nei suoi romanzi. Mia nonna a Milano aveva negozi con mobili, complementi d’arredo e vestiti che arrivavano dal Sudamerica, che spesso lei stessa andava a scegliere con viaggi improbabili tra le Ande. Sono cresciuta con questi colori negli occhi e ancora oggi a casa mia sono in ogni stanza e gli abiti, come quello bianco ricamato che ho scelto per il video del mio ultimo singolo, quando li indosso d’estate fanno uscire una parte di me molto importante. Sono nata in Italia e sono cittadina del mondo, ma da un certo punto ho capito che c’è qualcosa di misterioso e femminile che mi ha sempre attratto e fatta sentire vicina a immagini di donne e artiste latine che è nel mio DNA e che non voglio fermare.
– Credo tu ti possa definire onnivora nei gusti musicali, arrivando addiruttura alla musica popolare brasiliana o quella del Mali…
Si è vero sono curiosa. Mi piace ascoltare generi completamente diversi tra loro. Credo che entrare in spettri sonori lontani : strumenti, utilizzo della voce, incastri ritmici e armonici non possa che ampliare il nostro bagaglio personale. Come ascoltatori reputo che il non avere confini sia una grande libertà, inoltre è sorprendente come la musica sia un’arte così vasta e piena di tradizioni ed esponenti che non sembra bastare una vita per scoprire tutto questo.Come musicista attiva, invece è importante trovare il tuo suono principalmente nella voce, il tuo gusto nell’improvvisazione creare una tua identità senza mai ripetersi..e lasciarsi porte aperte a qualunque feelin’ musicale senti giusto il quel momento o in quel brano. Credo che essere internazionali, non significhi per forza cantare in inglese, ma sentire il desiderio di essere ovunque con la tua musica.

– Come ti stai muovendo per la promozione del tuo ep?
Ho un ufficio stampa che si muove in modo capillare, stiamo lavorando molto bene insieme. Rimango comunque dell’idea che un artista, quando è uscito con un primo Ep ancor più, debba cercare contatti nell’ambiente musicisti giornalisti o critici in sintesi : farsi sentire con la propria voce. Siamo sempre noi che plasmiamo le possibilità e creiamo il futuro. Nel momento attuale ci sono mezzi potenti e veloci come la tecnologia e internet, ma c’è anche un over di produzioni e di persone che inseguono chimere come successo e talent . Senza giudicare nessuno che giustamente porta avanti la sua strada, io cammino nella mia che crede ancora negli incontri nelle occasioni o in una telefonata che ti cambia la vita ma devi volerlo e day by day continuo a tessere rapporti. Un tempo gli artisti andavano ai concerti con le cassette o mandavano i CD via posta ora basta un click ma il rapporto umano ci vuole alla fine la musica fa vibrare le corde del cuore.
– Quali sono le novità che metterai in campo in Autunno?
Guarda data l’instabilità di questo periodo nel pianificare concerti e avendo comunque già in programma di tornare in studio di registrazione, sono già ora in pre produzione con nuovi brani. Credo che un artista abbia continuamente bisogno di essere in azione, e se questo non è possibile con i Live, in studio torni a mantenere disciplina e antenne dritte, non perdi il focus. Questa volta stò immaginando featuring e guest, vediamo che succede.. E se invece si riuscirà anche a suonare ci vediamo li? Ti aspetto.