Viadellironia: debutto con Le radici del soffitto

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Viadellironia sono Maria Mirani (voce e chitarra), Giada Lembo (basso), Marialaura Savoldi (batteria) e Greta Frera (chitarra). E’ uscito “Le radici del soffitto”, il debut album prodotto da Cesareo (Elio e le Storie Tese) e realizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”. “Le radici sul soffitto” è un album di dieci brani il cui filo conduttore è una descrizione critica e malinconica della decadenza del mondo attuale, commista al desiderio di resistenza alla passività e a quel sentimento che sopporta di mala voglia il peso della vita. Attraverso la loro musica e i testi le quattro ragazze cercano di riflettere il concetto del non trovarsi a proprio agio nel mondo, del non trovarvi una propria sistemazione, attraverso testi tendenzialmente cupi, malinconici e letterari, a cui fanno da contraltare atmosfere musicali graffianti e debitrici di certo rock d’autore anni 90.

Il singolo “Ho la febbre” vede la partecipazione, alla voce, di Stefano “Edda” Rampoldi. L’artwork è stato realizzato dall’artista Dorothy Bhawl, il cui stile iconoclasta e spesso estremo lo ha portato a esporre in molte gallerie in Italia e all’estero (nel 2019 le opere di Bhawl adornano la casa e il laboratorio della stilista inglese Vivienne Westwood), nonché a collaborare con musicisti come Devo, Phil Collins, Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e Andrea Fumagalli dei Bluvertigo. L’immagine di copertina è basata sul titolo dell’album “Le radici sul soffitto”, una sorta di allegoria sulla morte come rinascita e, in generale, sulla fine come nuovo inizio.

Viadellironia sono Maria Mirani (voce e chitarra), Giada Lembo (basso), Marialaura Savoldi (batteria) e Greta Frera (chitarra). Iniziano a suonare in giovanissima età e formano il primo nucleo della band quando si incontrano sui banchi di scuola. Inizialmente votate ad un cantautorato scarno, si dedicano negli anni alla costruzione di un proprio suono, cercando ispirazione nelle direzioni più disparate, dall’elettronica alla musica classica, dal pop al punk rock, fino a raggiungere una dimensione peculiare fatta di intrecci di chitarre, sezione ritmica tesa e pulsante e testi pe(n)santi. Prendono parte ad alcuni contest per giovani band della provincia bresciana e il loro nome inizia a girare presso gli addetti ai lavori, iniziano così a suonare nei locali e nei festival della zona, facendosi apprezzare per l’originalità della proposta, per la qualità delle composizioni, per la matrice “adulta” dei loro testi, decisamente sorprendente vista la giovane età e per la voce di Maria, che difficilmente lascia indifferenti. Registrano e pubblicano un EP intitolato “Blu Moderno”, il quale arriva nelle mani di Cesareo, chitarrista di Elio e le Storie Tese. Cesareo rimane colpito e decide di lavorare alla realizzazione del loro primo album “Le radici sul soffitto”. I loro numi tutelari sono Beatles, Elliott Smith, Afterhours, Baustelle e Nada, la loro dimensione ideale è il palco, sul quale sanno essere magnetiche, aggressive e intense. Hukapan, storica etichetta e società di management di proprietà di Elio e le Storie Tese decide di sposare il progetto a 360° e di produrre l’album, per il quale si aggiudica il bando SIAE “Per chi crea”, dedicato alle opere prime.