Hooplug quando di startup si fa virtù

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Come trasportare in tour la vostra batteria? Ce lo spiega Francesco Paolo Sguera, il batterista degli Strigas che abbiamo intervistato per voi.

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Ciao Francesco, vuoi presentarti e presentare parallelamente la band in cui suoni? Ho iniziato a suonare la batteria a 12 anni. In realtà è successo tutto un po’ per caso. A quell’epoca volta conobbi 2 ragazzi che avevano appena iniziato a suonare la chitarra (uno di loro era Andrea, l’attuale chitarrista degli Strigas), avevo una batteria nuova di zecca che mia sorella aveva abbandonato in cantina e così abbiamo fondato la mia prima Punk rock/grunge band chiamata “Dish of Beans”. Abbiamo subito iniziato a fare cover di Nirvana, The Offspring, Sum41,Metallica e tutte quelle robe con cui tutti iniziano. Con il passare del tempo, quello che prima era un gioco è diventato una passione, soprattutto grazie alla la scoperta della mia più grande fonte di ispirazione, il grande Travis Barker. Da allora, non ho mai smesso di sognare di fare ciò che mi fa stare bene, ascoltando tonnellate di musica e immaginando che un giorno avrei suonato sui grandi palchi. Riguardo i miei studi musicali, ho frequentato un maestro che mi ha insegnato i primi rudimenti ma poi ho preferito continuare per conto mio, non per pigrizia o disinteresse, semplicemente perché ho sempre avuto un approccio libero, genuino e spensierato allo strumento che per me è da sempre un modo per esprimere me stesso oltre che una divertentissima valvola di sfogo. Soprattutto perché non ho mai avuto l’ambizione di diventare un insegnante e quindi l’ho presa molto “come viene” … e non è venuta proprio malissimo! Ho iniziato come molti, ascoltando tanta musica e provando a suonarla a memoria e questa cosa penso mi abbia aiutato a sviluppare l’orecchio e una certa “attitudine al live” molto di più di come sarebbe stato se fossi diventato “dipendente” da uno spartito. Comunque, sono sempre stato molto autocritico e severo nel giudicare il mio modo di suonare e non mi è mai piaciuto ostentare nel suonare in pubblico o anche solo nell’autodefinirmi come batterista. Ho sempre preferito far parlare gli altri. Nell’ultimo periodo ho ricominciato a studiare perché credo che l’esercizio e lo studio siano essenziali per migliorarmi sempre di più, soprattutto in vista delle nuove attività in studio con la mia band per la registrazione del secondo album.Di base il mio approccio nella vita è sempre stato quello di “fare e basta”. Quindi suono e basta, con umiltà e tranquillità, cercando di migliorarmi per quel che posso e pensando che non devo dimostrare niente a nessuno se non a me stesso.

The Strigas

Gli Strigas? Ce li vuoi presentare? Riguardo alla mia band The Strigas… beh che dire? Sono la mia seconda famiglia! È un progetto nato nel 2011 e con ormai una considerevole esperienza live alle spalle. Io sono entrato nella formazione nel 2014 e da allora stiamo continuando questo progetto insieme con tutte le difficoltà di questo periodo. Siamo una band gothic-rock/metal. Il nostro album di debutto “A Poisoned Kiss to Reality” ha visto la luce nel 2014 e, distribuito da Scarlet Records, ha avuto un discreto successo, in particolar modo in nord Europa e sud America. Il nostro sound, originariamente di ispirazione finlandese, si è evoluto nel corso degli anni, raggiungendo una sfumatura più personale e caratterizzata da una commistione con un sound più moderno. Nel corso degli anni abbiamo avuto l’onore di esibirci durante diversi festival, spesso in apertura a band storiche che ci hanno segnato sin dall’adolescenza, e di viaggiare portando con noi la nostra musica, lungo lo stivale e in Europa. L’esperienza più bella è sicuramente stato il tour europeo per promuovere il nostro primo album “A poisoned kiss to reality” nel 2016. Siamo partiti dal Sud Italia con un furgone pieno zeppo di sogni e voglia di spaccare e siamo arrivati in Finlandia passando per Slovacchia, Rep Ceca, Polonia (tra cui un’esibizione all’Hard Rock Cafè di Varsavia), Lettonia , Lituania ed Estonia. Due anni dopo abbiamo seguito i 69Eyes (gruppo storico finlandese) come band di supporto nelle 3 date italiane del loro tour mondiale. Attualmente abbiamo un contratto con l’etichetta indipendente Volcano Records & Promotion con cui è stato rilasciato l’ultimo EP e proprio in questi giorni stiamo ultimando le registrazioni del nuovo album che pubblicheremo tra qualche mese (covid permettendo!).
Ci auguriamo che questo Covid-19 ovviamente passi presto. Quindi prima nasce l’esigenza di trovare una soluzione ad un problema pratico, il trasporto della batteria. Cosa ti ha fatto pensare alla startup, come ci sei arrivato? Esatto, è tutto nato al rientro dal tour. Mi sono subito messo a lavoro su un’idea che mi balenava in mente da diverso tempo ma che ancora non aveva preso forma. È proprio in tour che ho toccato con mano quanto il mio strumento fosse ingombrante e faticoso da trasportare quindi ho ho cominciato a cercare una soluzione partendo da una mia esigenza ma che poi ho scoperto essere sentita dalla maggior parte dei batteristi. L’idea non sarebbe stata praticabile senza l’avvio di una start-up nata proprio con l’intento di trasformare quella mia idea in realtà. Ci sono voluti 4 anni di ricerche di mercato, studi, valutazioni, prototipazioni e test, per non parlare poi del brevetto e delle attività di marketing . Il lavoro è stato davvero immenso e serviva pianificazione sui tempi e sulle risorse necessarie a fare tutte queste cose. Poi di carattere sono una persona che ama condividere e sapevo che con questa idea un giorno avrei fatto la gioia di tanti batteristi come me! Non c’era in alcun modo la possibilità di creare un prodotto cosi complesso se l’unico utilizzatore fossi stato io. Dati i costi e la complessità che richiedeva la realizzazione era necessario investire in ricerca e sviluppo per poi un giorno recuperare quel tempo e risorse che abbiamo dedicato andando a rendere fruibile il risultato di questo lavoro a tutti. Quindi start-up è solo il nome che ha un’azienda nella sua prima fase di nascita, sviluppo, creazione e lancio di un prodotto. Siamo in Italia e fare impresa è sicuramente non semplice ma chi ci crede, ha delle belle idee e la capacità di creare una realtà produttiva che crea valore ed è economicamente sostenibile fa sicuramente bene a provarci.
Da poco è cominciata una campagna crowdfunding sul famoso sito Kickstarter… Purtroppo il finanziamento regionale e le nostre risorse personali non sono sufficienti a permetterci di avviare la produzione e il Crowdfunding serve a raccogliere attraverso donazioni e preordini quanto necessario per partire con la produzione già dall’inizio del 2021. Com’è ormai noto il Crowdfunding offre la possibilità di raccogliere fondi al fine di lanciare più rapidamente un’idea e metterti in contatto con i primi utilizzatori. Il feedback dei finanziatori, inoltre, ci aiuterà a perfezionare il progetto prima di presentarci sul mercato. Entreremo in contatto con chi è alla ricerca di una soluzione come la nostra e che successivamente potrà raccomandare la pagina ai loro amici, aumentando la conoscenza di Hooplug nella fase iniziale. Vogliamo essere limpidi e orientati al cliente fin da questa prima fase, per noi sarà importantissimo il coinvolgimento di tutti e ogni consiglio sarà preso in considerazione perché il nostro obiettivo è la soddisfazione del batterista. Attraverso i fondi ottenuti potremo dare il via alla produzione, ampliando il più possibile le misure disponibili e la gamma di prodotti. Presenteremo il nostro prodotto nelle più importanti fiere di strumenti musicali del mondo, apriremo collaborazioni con artisti e rafforzeremo la nostra rete commerciale. Tutto questo può essere possibile solo con il contributo di tutti, per cui invito i lettori a seguire le nostre pagine social (@hooplug_official ) per essere aggiornati su tutti gli sviluppi e partecipare attivamente alla raccolta fondi.

hooplug


Il percorso diciamo di industrializzazione lo hai fatto autonomamente?
Dopo circa un anno di ricerche autonome e prototipi, ho deciso di partecipare ad un bando di finanziamento indetto dalla mia regione volto a finanziare idee di giovani imprenditori, quindi ho lavorato da solo a tutta la procedura di selezione che comprendeva una stesura del business plan, elenco di attività e risultati attesi, fornitori, preventivi, partner strategici, canali di comunicazione etc. Tutto questo senza dirlo neanche ai miei genitori! Non potete capire la mia gioia dopo aver avuto la notizia di essere stato ammesso al finanziamento! Tramite questi fondi abbiamo costituito la Omi project srls, ottimizzato i prototipi, effettuato i test creato il brand Hooplug in linea con i nostri valori e iniziato a comunicare all’esterno la nostra piccola grande rivoluzione. Dal punto di vista puramente progettuale e ingegneristico mi sono fatto seguire da un team di professionisti che mi hanno indirizzato in tutto il processo di sviluppo che è stato molto complesso ed è avvenuto per step progressivi per ottimizzare la mia idea in modo da renderla economicamente sostenibile e coerente con le richieste del mio mercato di riferimento. Col tempo il progetto si è esteso e con il mio entusiasmo sono riuscito a coinvolgere altre persone all’interno del team, prima tra tutte mia sorella maggiore Monica che continua a lavorare al mio fianco.
Hai già contatti con un distributore oppure gestisci direttamente i contatti con i clienti? Attualmente non ho nessun accordo di distribuzione ma abbiamo comunque diverse possibilità che stiamo valutando, seppur non sia la nostra assoluta priorità al momento. Avendo la fortuna di vedere un prodotto unico al mondo non abbiamo una concorrenza sfrenata tale da costringerci ad essere presenti fisicamente nei negozi. Per fortuna internet in questo ci è molto d’aiuto per crearci un posizionamento e arrivare direttamente al pubblico. Sicuramente, prima di scegliere il distributore, renderemo il prodotto acquistabile direttamente dal nostro sito internet e ci occuperemo noi della logistica almeno in questa prima fase.


Voglio tornare un attimo sulla formazione e sull’estro, sulle qualità personali di un musicista. Quanto è importante la formazione musicale nel suonare la batteria e poi pensi che sia legata anche al genere che si suona o no? Come ho già detto su, non sono proprio la persona adatta a rispondere a questa domanda nel senso che io per primo non ho una formazione accademica. Per quello che è stata la mia esperienza credo che sia sicuramente auspicabile e utile avere una formazione musicale, ma non è una condizione sine qua non. Ci sono numerosi esempi di band e batteristi che hanno raggiunto la fama senza essere dei musicisti iper tecnici o aver studiato il proprio strumento nel vero senso del termine.
Sicuramente ci sono generi in cui è più facile andare a istinto/sentimento e forse il gothic-metal,il rock o il punk rock sono alcuni di questi …ma la verità è che ogni genere ha le sue peculiarità e difficoltà.
Se penso magari a generi come il prog , il metal estremo o il jazz credo che lo studio e la tecnica abbia una rilevanza nettamente più elevata rispetto a generi un po’ “più semplici “. Credo quindi che si possa (e si debba) fare musica a prescindere dalle proprie capacità tecniche e titoli di studio perché la musica è arte, è espressione di sé stessi e sicuramente chi ha più strumenti può arrivare più facilmente al risultato, ma non è sempre detto! E in ogni caso è il mercato (inteso come il fruitore finale) a decidere. Secondo me il segreto è focalizzarsi su un genere e lavorare per specializzarsi e migliorare il più possibile per fare bene quello, poi fare molta molta pratica e soprattutto ascoltare più musica possibile.Sito web – https://www.hooplug.com
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Instagram  –  https://www.instagram.com/hooplug_official/
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