Diego Bitetto – Il giardino di Mai (cd 2020) onoterapia cantautorale tra Savona e Chagall

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Gran bella autoproduzione! Una scrittura lirica ed evocativa, di buon lignaggio e che l’artista così presenta .. Il Giardino di Mai è una scelta di canzoni che raccontano la mia vita. La mia vita è incredibile. Avevo solo due passioni: il pianoforte classico e la “a” del vocabolario. Poi è successo tutto il resto.. Nel nostro articolo di qualche settimana fa avevamo già richiamato la vostra attenzione su questo album d’esordio di Diego Bitetto, con distribuzione digitale RKH/Artist First.

Ora ho ricevuto il cd fisico dallo stesso artista e dall’agenzia stampa CartaDaMusica di Roma e ne sono rimasto positivamente colpito, sin dal buon package realizzato. Un copioso booklet completa l’intero progetto, dove trovo molto interessanti anche le dediche finali… Grazie alla nobile dolcezza di mia madre, alla fatica inesausta di mio padre, agli occhi fragili e fieri di mia sorella, all’amore senza condizioni della mia compagna..
Parole che volano alte sulle disgrazie umane, ma che danno energia positiva dato che enfatizzano quei “puntelli personali” che sono i nostri compagni di viaggio, sino dalla nostra nascita. Mentre sogna il giardino più bello del mondo, Diego Bitetto riflette su questo suo ruolo artistico e nel brano Il paroliere svolge una rimozione catartica ed intima con parole che solo in apparenza sono un ossimoro… Io sto bene sempre e solo con me stesso, non ci voglio più spartire niente almeno adesso. Salvami da questa paura, da questa avventura, da questa sciagura.. Da un orizzonte personale la sua analisi si confonde con quella dell’intera umanità e di come tra Es, Super-io ed Io ci sia un gioco di ruoli e di apparenza evidente o celata. Nel profondo brano Due quadri di Chagall, l’artista conclude con parole al vetriolo ..Alla mostra di Chagall quanta gente capirà che dietro alla vita su tela, c’è la vita vera del tempo che va? Che viversi senza paura e l’unica misura della nobiltà? Un cd questo che omaggia anche Edgar Allan Poe con il brano La maschera della morte rossa, sottolineando che … E si ballerà mascherati da chi saremmo dovuti essere, sistemeremo il mosaico per guardarci nello specchio delle tessere..
La grafica naive della copertina ed il suo tratto minimale (una tavolozza nera, dove il tratto bianco si esalta), sono elementi basilari per comprendere appieno la bontà di un progetto come Il giardino di Mai: una autoproduzione che si concretizza con il poco budget economica a disposizione e che sarebbe diventata anche più brillante se ci fosse stato un produttore artistico a pennellare ulteriormente alcuni passaggi. Ricordiamoci che Diego Bitetto (nato a Savona nel 1982) dall’età di 5 anni inizia gli studi in Pianoforte Classico, che prosegue sostenendo da privatista gli esami al Conservatorio di Genova. Appassionato di letteratura e lessicografia, pubblica la raccolta I senza nome, con 53 sonetti in italiano antico vincitrice di numerosi premi letterari. Era un ragazzo allora, ma ora è un artista completo.
Volevo fare i complimenti ai musicisti che hanno collaborato al disco, ma leggo che le musiche sono state ideate, scritte, composte, arrangiate ed eseguite dallo stesso Diego Bitetto. Ha lavorato da solo su un pianoforte elettrico, creando un complesso di suoni sintetizzati..

Track list di Diego Bitetto – Il giardino di Mai = Per sempre, Due quadri di Chagall, Corna corna cervo cervo, La donna di Uri, Il giardino di Mai, Nascondino, Bolivar Bridge, Millecento, Gian delle finestre, Onoterapia, Il paroliere, Il gatto del pianista, Donna Fortuna, L’amore che toglie, La maschera della morte rossa.