Aprire una bottiglia e distendere i nervi: con noi Francesco Sacco ..

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Oggi pubblica il singolo Pioggia d’Aprile. Senza curarsi dei tabù, Francesco Sacco scrive un inno alla sensualità della vita e della natura, paragonandola giocosamente alla sensualità femminile, rappresentata dall’arancia della cover che è stata realizzata dal grafico Niccolò Pagni. Ci sono tutti gli elementi che mi rendono curioso e quindi (grazie all’agenzia Parole E Dintorni) sono riuscito ad intervistarlo..

Francesco bentrovato: sbaglio o stai vivendo un momento davvero particolare? Ciao! Non sbagli, sono stati mesi molto intensi, tra la pubblicazione del mio scorso lavoro (il disco “La Voce Umana”), la scrittura di questo nuovo singolo e di tanti altri brani ancora in attesa di pubblicazione. Tanto lavoro in studio, i concerti ancora fermi… stiamo un po’ tutti vivendo in un vortice che ci costringe a vivere alla giornata, cosa che fra l’altro ha in qualche modo ispirato la scrittura di “Pioggia d’Aprile”.
Tutti noi abbiamo vissuto dei mesi intensi, ma tu qualcosa in più.. Non mi sento diverso dagli altri in questo senso, le difficoltà dell’ultimo anno hanno riguardato tutti, anzi mi sono sentito molto fortunato in varie occasioni. Tutti abbiamo passato un periodo estremamente inteso, semplicemente io ho sentito l’esigenza di raccontarlo con questa canzone: ci sono passaggi molto tristi, come quello che riguarda la morte di mio nonno, ma credo prevalga uno slancio positivo, la volontà di riappropriarsi e di godere delle proprie vite. Credo che sia capitato più o meno a tutti di passare dei periodi di down legati alla situazione, e di svegliarsi di colpo decidendo di non lasciarsi naufragare: quando è successo a me ho scritto questo brano.
Pioggia d’Aprile è indubbiamente un brano sensuale, pieno di riferimenti e figure retoriche. Come è nato? Oltre che dall’esigenza di dare una scrollata alla routine alla quale siamo un po’ tutti costretti è nata dalla lettura di un verso di Omar Khayyam, il “poeta persiano” che cito nel testo: un personaggio davvero particolare, dato che inneggiava ad una vita godereccia, agli eccessi alcolici e al libero amore nella Persia dell’anno mille. Sentire un impulso a godersi il presente, la vita e i suoi piaceri venire da coordinate spazio-temporali così lontane da noi ha in qualche modo “tolto il tappo” al mio bisogno di raccontare: così, come una specie di sfogo e di inno al presente, è nato questo brano.
Logico chiederti quali invece le risposte che hai avuto dal tuo esordio discografico La Voce Umana del Maggio scorso… Molto più di quanto mi potessi aspettare, un grande appoggio da parte del pubblico e qualche piccolo/grande successo personale, come il lancio sul palco di Triennale Milano, uno spazio dove ho visto esibirsi molti artisti che adoro. Decidere di uscire in un periodo così difficile ovviamente ha portato con sé molte perplessità, dovute soprattutto alla situazione con i live. Ma credo che il momento così delicato abbia aiutato gli ascoltatori a calarsi in un lavoro molto delicato e pieno di dettagli.

Assai poetico cantare .. Ma voglio vedere le stelle di giorno e il Sole di notte … c’è qualche artista in particolare che hai seguito da giovane? Quale invece il cantante che ora ti ammalia di più?
Da adolescente ascoltavo soprattutto blues, rock anni ’70 e cantautori: il primo mi ha insegnato la semplicità, il secondo il desiderio di ricerca sonora, i terzi a mettere in gioco le proprie storie personali. Nel mio passato c’è tanto Leonard Cohen, Led Zeppelin, Robert Johnson, ma anche Luigi Tenco, Umberto Bindi e Francesco Guccini, che mi ha fatto conoscere Khayyam con “Via Paolo Fabbri 43”. Della nuova leva mi piacciono molto Lucio Corsi e Fulminacci.
La tua collaborazione con Margherita Devalle nel podcast Fatty Furba .. Io e Margherita siamo molto amici da una vita, ci siamo conosciuti a Milano tra mille concerti, dj set e gin tonic dei bar cinesi davanti alle venue. In passato abbiamo anche organizzato eventi e messo i dischi insieme, poi lei è diventata speaker radiofonica, io cantautore. In un periodo pieno di vuoti come l’anno scorso ci è venuto molto naturale iniziare un progetto insieme, raccontando curiosità e aneddoti legati al mondo della musica con un piglio fresco, profondo ma veloce come una serie tv.
Cosa succederà dalla prossima settimana? Come ti prepari alla promozione di questo tuo nuovo singolo? Gli aspetti organizzativi e di promozione sono davvero mille, i giorni prima dell’uscita sono sempre un bel delirio. Poi quando esce si tira un bel sospiro, si apre una bottiglia e si distendono i nervi…e ci si inizia a divertire davvero.