Sanremo: oltre 15 milioni di ascolto per la finale del festival più fluido della storia

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“Il mio primo festival ha fatto “Rumore”, il secondo ha fatto stare “Zitti e buoni”, il terzo è da ‘Brividi”. Lo ha detto il conduttore Amadeus nell’ultima conferenza stampa del 72° Festival di Sanremo, citando le tre canzoni che hanno vinto le tre edizioni dei suoi festival. Si chiude con un grandissimo risultato di ascolti il terzo Festival di Sanremo firmato da Amadeus. Il dato complessivo è il più alto dal 2000: 13 milioni 205 mila spettatori con il 65% di share.

La prima parte (21.22-23.54) è stata vista da 15 milioni 660 mila spettatori, con uno share del 62,1%, mentre la seconda (23.58-1.48) ha avuto 10 milioni 153 mila telespettatori, con uno share del 72,1%. La proclamazione del vincitore (1.49-1.56) è stata vista da 6 milioni 422 mila persone, con uno share del 73,4%. Il picco di ascolto è stato registrato alle 22.38 con 16 milioni 894 mila, quello di share all’1.47 con l’81,2%. Per quanto riguarda i contatti, hanno sfiorato i 29 milioni, con 28 milioni 709 mila. “Sanremo 2022”, sottolinea la Rai, “si conferma un’edizione da record anche sulle piattaforme digital: considerando il live streaming di Sanremo Start e di Sanremo e tutti i contenuti on demand, l’intera edizione del Festival ha registrato 29,5 milioni di visualizzazioni con un aumento del 48% verso pari perimetro 2021”.

Tracciando il suo bilancio, il conduttore e direttore artistico Amadeus ha citato anche una frase di Vittorio Salvetti, storico patron del Festivalbar, “la prima persona che mi ha messo davanti a un palco: noi non ci occupiamo di cose serie in modo leggero, ma di cose leggere in modo serio. La musica è seria, porta felicità, emozione e gioia e sono contento che la gioia oggi sia per tutti”. Sui vincitori Mahmood e Blanco, che si sono imposti con “Brividi”, Amadeus ha spiegato che la canzone è “una delle più belle dei miei tre Festival. Mi sono venuti i brividi. È la canzone di due ragazzi che hanno avuto un successo meritatissimo. Sono due talenti e l’idea di mettersi insieme per il Festival dimostra che sono anche intelligenti perché hanno unito le loro forze. È una canzone scritta benissimo e di un’eleganza pazzesca”. Un festival che ha virato sul gender e sul fluido. Dalla partecipazione di Drusilla Foer, la prima co-conduttrice “en travesti” della storia del Festival (interpretata dall’attore Gianluca Gori), al duetto d’amore al maschile cantato da Mahmood & Blanco, il primo al suo secondo Festival e alla sua seconda vittoria, il secondo con i suoi 18 anni (19 li compirà fra qualche giorno, il 10 febbraio) il più giovane in gara.  Quanto agli ascolti il conduttore ha parlato di “una giornata speciale per me che voglio ricordare per sempre. Il dato di ascolto così incredibile rimarrà, anche perché è abitudine fare paragoni con il passato, ma quello che mi interessa di più è il tipo di Festival che abbiamo fatto”. Per Amadeus “tutto è cominciato con il primo Festival, quello del 70° compleanno, che è stato il Festival dell’assembramento in cui tutto era normale. L’anno dopo siamo piombati nel dramma, ma il Sanremo di oggi è figlio di quello dell’anno scorso che è stato molto importante perché è lì che ho pensato un qualcosa che poteva sembrare una follia: trasformare musicalmente il Festival”. È stato in pieno lockdown che ha deciso “di dare soprattutto ai più giovani chiusi in casa il loro Festival, di dare a loro la priorità rispetto ad altre fasce”. Poi “è arrivata la rivoluzione Maneskin e tutto il resto”. Il conduttore ha ringraziato gli artisti (“Ho invitato artisti che probabilmente non sarebbero mai venuti al Festival, i superospiti quest’anno erano i cantanti in gara”) e gli amici Jovanotti, Checco Zalone e Fiorello “che quest’anno poteva dirmi di no e, invece, è venuto appositamente per fare qualcosa che era fondamentale per me: partire bene”. Sul Fantafestival che ha animato in questi giorni i social, Amadeus ha detto: “Con i social non sono molto capace. Alla seconda puntata ho chiesto a mio figlio e ho scoperto che è una cosa bellissima e divertente e li ho lasciati fare, perché siamo noi che dobbiamo andare incontro ai giovani. sono io che devo informarmi sul loro mondo e su cosa gli piace”.

Anche le presentazioni non istituzionali sono state una caratteristica di questo Festival: “Avevo bisogno di calore, di abbracciare il cantante e di sostenerci a vicenda, anche perché da due anni ci mancano l’abbraccio e il contatto fisico”. A ispirarlo è stato Pippo Baudo “una persona a cui siamo tutti molto legati. Avrei voluto averlo al Festival ma non è stato possibile per un suo piccolo problema alla schiena”.  Come ha sentito Baudo, Amadeus ha sentito anche i conduttori che lo hanno preceduto, Carlo Conti, Fabio Fazio e Claudio Baglioni “che mi hanno mandato messaggi quasi ogni giorno”. A chi verrà dopo di lui, invece, non si “sente di dare consigli, non sono in grado e ognuno deve fare Sanremo come meglio crede. L’unica cosa che potrei dire è che non si può tornare indietro, la porta della musica attuale aperta da Claudio Baglioni con Mahmood e Ultimo non si può chiudere”. A chi chiedeva ancora se farà il poker, Amadeus ha risposto: “Devo essere convinto io di avere le idee, l’energia e la forza, non è uno speciale di prima serata si Raiuno che proviamo a fare insieme. Il Festival è una macchina importante che va pensata e ragionata”. Per quanto riguarda la Rai ci sono tutti i presupposti per la riconferma di Amadeus anche per l’edizione del 2023. “Squadra che vince non si tocca”, ha dichiarato l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, “Sarebbe pazzesco non partire da qui, è ovvio con questo successo. Ma dobbiamo parlarci e il primo a volerlo deve essere Amadeus. Per ora non c’è niente di definito”.

Come già  avvenuto nella difficile edizione del 2021, anche quest’anno tutti i professionisti delle case discografiche hanno lavorato duramente per la riuscita del Festival di Sanremo e per ottenere il massimo successo delle canzoni coinvolte. “Oltre naturalmente a fare i complimenti ad Amadeus e a tutta la squadra RAI per l’ottimo risultato di questa edizione, vorrei veramente elogiare chi – quasi sempre dietro le quinte, e spesso anche in situazioni complesse con pochi margini di manovra – ha compiuto il massimo sforzo per assistere e affiancare gli artisti in gara, ovvero tutte le persone delle case discografiche che per mesi si sono concentrate su questo grande evento della musica italiana” ha dichiarato il CEO di FIMI, Enzo Mazza, “Le case discografiche svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella promozione degli artisti e a Sanremo abbiamo potuto vedere tante persone impegnarsi con grande abnegazione, anche in una fase molto complicata della pandemia in cui ci si è trovati a operare. A questi professionisti va rivolto un grande apprezzamento e ringraziamento“.