Severance “There Was A Time” (autoproduzione, 2022)

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Una testimonianza che meritava di essere recuperata!!

Aveva fatto scalpore a metà anni ’80 quando i veneziani Dark Lord, una delle realtà più stimate della scena metal italiana, avevano abbandonato il percorso che gli aveva regalato numerose soddisfazioni, per assumere le sembianze di una rock band classica, con sfumature prog e pop. Ed è con queste caratteristiche che avevano debuttato a nome Severance, con l’album “Urla di strada” nel 1990, guadagnandosi il plauso di una critica più ampia, ma di fatto rompendo il legame magico che li univa al popolo metal. Una scelta discussa e che aveva minato le certezze del gruppo, portandolo allo scioglimento e disperdendone i talenti in altre avventure.

Ed oggi sono proprie le due colonne di Dark Lord e Severance, il chitarrista Al Guariento e il cantante Gable Nalesso, più un lotto di grandi musicisti, a ridare voce all’entusiasmo di allora con questo “There Was A Time”. Ma andiamo con ordine: i Severance, prima di arrivare alla scelta dell’italiano, avevano avuto un periodo intermedio in cui il cantato in inglese era ancora al centro del progetto. Lo conferma questo album postumo (nato dopo il “Severance Re-Tour-N” del 2018, che ha confermato le qualità del gruppo, qui in versione allargata con vari musicisti), che recupera i brani del periodo 1986/1987 e li fissa per la prima volta su disco, con una registrazione attuale, che non intacca lo spirito del tempo, anche in termini di produzione.

I Severance nel “Severance Re-Tour-N” del 2018

Si inizia con “Magic Fear”, otto minuti di splendido rock variegato, altra perla è “Night Travellers” probabilmente il brano più heavy in assoluto del gruppo, con echi degli epici Warlord, che se la gioca con “Mix’d Up”, mentre il brano che intitola il cd e “The Long Silent Street”, sono pervase da atmosfere in bilico tra rock, prog e pop, che rispecchiano ciò che desideravano essere i Severance al tempo: un misto della nostra tradizione progressive, quindi PFM, New Trolls e Balletto di Bronzo, ma anche retaggi hard rock tra Led Zeppelin e Uriah Heep ed un tocco folk in chiave Traffic e Family.

Ma ascoltando le otto tracce quello che emerge prepotentemente è che i Severance potevano essere solo i Severance, troppo forte la personalità dei protagonisti, troppo grande la volontà di cercare ed avere un proprio suono, ascoltate “Anyway” e la chiusura di “UPAS” (con Al Guariento in forma strepitosa) per averne conferma. Ecco perché ascoltare oggi “There Was A Time” regala un pizzico di amarezza, per quello che poteva essere e non è stato.

Tuttavia, seppur in ritardo, ci resta la soddisfazione di poter godere ed apprezzare una grande band, colta in un momento di assoluta liberta creativa.