Intervista celeste al cinematico Pierangelo Pandiscia degli Enten Hitti

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Con il videoclip di The Compassion of a Star ci hanno emozionato ed il 10 Dicembre enfatizzeranno l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; il 18 Settembre dell’anno scorso erano con Sainkho Namtchylak al Festival della Biodiversità ed a Marzabotto avevano celebrato il 25 Aprile, perché il loro progetto musicale è soprattutto aggregazione .. qualche volta anche notturna!

Pierangelo Pandiscia buongiorno: corre voce che gli Enten Hitti sian freschi di produzione ..Corri forte ragazzo corri” vantava qualcuno.. si questo è un periodo intenso. Il video The Compassion of a star uscito il 25 Ottobre dal punto di vista tecnico è un lavoro di animazione molto impegnativo che Rino Stefano Tagliafierro ha compiuto rielaborando migliaia di frammenti visivi di un opera di Matteo Guarnaccia e poi il 10 Dicembre nell’anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani pubblicheremo una sorpresa..

Via Lattea mi sembra sia stato un disco che avuto molti consensi, sia dal pubblico, ma anche dalla critica .. Questo ci fa molto piacere. Lo ritengo un buon lavoro e ora faremo di tutto per portarlo in giro nelle situazioni piu disparate. Affinché dal vivo sia possibile creare una comunicazione autentica e vibrante..

I vostri concerti sono happening aperti e mai ripetitivi: chi vi segue da tempo, l’ha capito, ma … i più giovani? Credo che i ragazzi abbiano fame di autenticità e originalità. Quando abbiamo occasione di incontrarne alcuni lo leggiamo nei loro occhi. Anche per questo vogliamo aumentare le occasioni dal vivo. Da li, seppur per poche decine di persone, qualcosa passa… qualcosa arriva…qualcosa cambia..
Pierangelo Pandiscia artista e Pierangelo Pandiscia uomo: c’è il tempo per ritagliarsi degli hobby? Quali sono stati gli artisti che ti hanno formato in gioventù? Quali invece quelli dei nostri giorni che maggiormente ti incuriosiscono? Leggo e viaggio. Il tempo lo prendo.. Questo era e questo è. Alla ricerca di deserti fisici e dell’anima. Una necessità spietata. Anche in coerenza con le vite di molti artisti che abbiamo incontrato e amato: da Franco Battiato ai TuxedoMoon, da Terry Riley alla Third Ear Band. Oggi non vedo tantissimo che ispira, ma qualcosa c’è. In particolare un gruppo sloveno, i Sirom, che trovo davvero molto bravi e con cui ci piacerebbe avviare delle collaborazioni..

Nel vostro progetto artistico è forte la componente visiva: quindi ben vengano anche i videoclip? Come li preparate? Molti dicono che le nostre musiche siano “cinematiche”. E’ cosi! Sia su disco che nella dimensione rituale delle performance dal vivo, I videoclip sono un’altra storia: in questi casi partiamo da un idea… una sorta di macro sceneggiatura. Poi chiediamo ad un amico videomaker di inventare il percorso delle immagini. Senza limitazioni. E quello che esce, esce. Cosi è stato anche per “The compassion of a star”. E per i precedenti video realizzati da Francesco Paladino e Atena. Poi in librerie esoteriche, luoghi storici, circoli culturali da Roma a Lugano, da Sondrio a Benevento.