Max Stefani – Love You Live vol.1 (Popo Agie Inc. 2023)

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L’intuizione è quella giusta: parlare solo degli album live! E scrivere Rock Encyclopedia & The Greatest Live Recordings come sottotitolo significa dichiarare subito il taglio che le 412 pagine portano in dote: quella pensata da Massimo “Max” Stefani è una vera e propria collana di sette volumi, un coraggiosa enciclopedia indipendente (perché pubblicata da lui in prima persona), interamente dedicata agli album live o pseudo tali: perché è notorio che negli anni’70 alcuni di questi in realtà sono stati molto trattati in postproduzione. Ce ne siamo accorti noi collezionisti e fans, confrontando le registrazioni live in nostro possesso (tramite gli scambi di musicassette) con quello che veniva riportato tra le note di copertina dell’album stampato. Stesso luogo e stessa data, ma spesso brani non coincidenti e rimessi in una versione migliore, perché magari c’era da dimenticare una stecca clamorosa o dei fastidiosi rumori provenienti dalla casse acustiche. Noi fanzinari quel lavoro certosino di feroce critica dei vari live l’abbiamo fatta, ovviamente rinchiusi all’interno del nostro fan club o sulle pagine della nostra fanzine …

Anche Max Stefani si butta nell’analisi di questi live, non risparmiando riflessioni e critiche, come è del resto nel suo modus operandi: prendere o lasciare! La sua firma era sempre portatrice di discussioni e su alcune delle apparizioni giornalistiche (in primis il settimanale / mensile Il Mucchio Selvaggio) i lettori o lo odiavano o lo adoravano: non c’erano vie di mezzo o chiaroscuri sui quali perdersi! Detto che questo vol.1 è dedicato alla recente scomparsa di Christine McVie (di cui campeggia una bella foto con Bill Graham), dobbiamo riconoscere che l’ordine alfabetico è quello giusto per affrontare un lavoro certosino come questo, facendoci così trovare i suoni da tuareg di Bombino vicini a quelli seminali di Bob Dylan. Come ha recentemente confermato, Stefani se li stampa da solo questi libri, assumendosi tutto il relativo rischio imprenditoriale: diciamo che si è rotto delle regole dell’editoria italiana, ne ha celebrato la morte di quella musicale ed ognuno dei suoi libri li produce quasi per hobby, avendo così ampia libertà sul contenuto, sullo stile da adottare e financo sulla copertina; riesce a venderne una media di 300 in prima battuta, per poi arrivare lentamente alla soglia delle 500 copie. Se li cerchi sulle varie piattaforme o incubator (stile Amazon) non li trovi, perché Stefani non vuole far guadagnare gli altri che non rischiano nulla nel lavoro fatto con tanta passione.

L’anno scorso mi ha fatto molto piacere vederlo parlare di musica a RAI1 Mattina, perché ne aveva tutto il diritto anche solo dando uno sguardo al suo curriculum vitae e valutando che sono pochi gli expertise di rock che vengono invitati dal nostro servizio pubblico. Ma questa constatazione ci porterebbe ad altre polemiche, ma non è questo il momento… perché ora mi sto ancora gustando la bellezza di questo vol.1 (con artisti il cui nome inizia con le lettere A,B e C), pregustando il vol.2 che si parte con quelli che iniziano con la lettera D, tra cui i miei adorati Dire Straits .. altro motivo di discussione che ho avuto con Max Stefani negli anni passati!