Barbara Enrichi futura Angiolina Orzali, la madre di Collodi: sono riuscito ad intervistarla!

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Le recentissime foto del backstage la vedono immersa in un abito nero, pieno di merletti. Una immagine lontana da quella birbante ne Il Ciclone, dove era sempre in salopette di jeans. Tra l’altro allora il suo merito è stato anche quello di informarsi su che taglio dare alla sua Selvaggia, dato che il tema gay al femminile non era ancora stato portato nel cinema popolare in maniera chiara. Ma i meriti di Barbara Enrichi sono diversi e quindi mi sono fatto coraggio e l’ho contattata, anche se sapevo che era impegnata nel film su Collodi


Barbara, noto che la bacheca di casa tua ormai contiene una ventina di prestigiosi riconoscimenti: ti volti mai a guardarli ed a riflettere? I premi sono sempre gratificanti, ma bisogna pensarli come l’inizio della carriera e non come la fine. Comunque ogni tanto li guardo e li spolvero. Ne ho anche qualcuno prezioso in ottone con il basamento in malachite verde, realizzato da artigiani fiorentini: il Premio David di Donatello, come migliore attrice non protagonista per il ruolo di Selvaggia, che mi è stato assegnato per l’interpretazione nel film Il ciclone di Leonardo Pieraccioni. Per altre candidature importanti come il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro non ho statuette, quindi mi risparmio di spolverare…

Nel promuovere il libro su Ivo il Tardivo, è uscito il tuo nome per l’esordio con Alessandro Benvenuti .. Con Alessandro ho un buonissimo rapporto di amicizia e di collaborazione. Con lui ho lavorato in due film importanti: Benvenuti in casa Gori e Ritorno a casa Gori e uno spettacolo teatrale Contorno e Rosina. Con il film Benvenuti in casa Gori è iniziata la mia carriera cinematografica. Infatti Alessandro (che lavorava con il mio Maestro Ugo Chiti) mi ha notato in uno spettacolo teatrale e mi ha chiamato per interpretare il ruolo di Cinzia. Poi, come gli anelli di una catena, mi ha chiamata Leonardo Pieraccioni .. e via di seguito.
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Su cosa sei ora concentrata e cosa stai tirando fuori dal tuo cassetto segreto? Attualmente insegno recitazione e ho alcune proposte di laboratori in varie città. Dopo aver lavorato con Matteo Garrone, in una scena con Roberto Benigni, nel film Pinocchio, sto aspettando l’uscita del film documentario, che abbiamo appena finito di girare in questi giorni, sulla vita di Carlo Lorenzini in arte Collodi, l’autore di Pinocchio con la regia di Giuseppe Garbarino. Nel docufilm interpreto Angiolina Orzali, la madre di Collodi. È un progetto interessante con cui ho imparato molti retroscena della vita spericolata di questo fantastico autore. Un filo rosso unisce questi due lavori: Pinocchio. Quali sono gli artisti che hai amato da giovane e quali invece i cantanti che ora segui con maggiore interesse? Da giovane seguivo il filone dark e quindi tutta la musica di quel movimento artistico. Come quasi tutti i fiorentini mi piaceva e mi piace Piero Pelù e la Bandabardò, che sono anche amici. Un altro amico che seguo è Marco Masini. Ricordo una volta che siamo entrati in una sala di una villa, lui ha visto un piano e ha iniziato a suonare… veramente una magia, bellissimo! Seguo e mi piacciono molto i Maneskin, per cui ho fatto il tifo al Festival di Sanremo.

Sono quasi 20 anni che ti sei dedicata all’insegnamento .. Dalle esperienze sui vari set (in particolare nei film Benvenuti in casa Gori e Il ciclone) ho rubato con gli occhi ed ho imparato anche gli aspetti tecnici, oltre a quelli recitativi dalle mie colleghe attrici e dai miei colleghi attori. Ora insegno Recitazione Cinematografica agli attori e Direzione degli Attori agli allievi registi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. Ho infatti acquisito una formazione che adesso mi permette di attingere alla mia esperienza e di parlare alle giovani generazioni. Barbara Enrichi donna nella sua dimensione personale e Barbara Enrichi al lavoro: riescono le due entità a convivere? Riesci a ritagliarti dei momenti di relax? Direi di sì, nei momenti liberi mi piace cucinare. Come sono nel lavoro, sono nella vita. L’importante è fare un lavoro che ti piace e che ti dia soddisfazioni. Un tuo suggerimento per far ripartire il nostro mondo del cinema … Un aiuto da parte della politica. Lo spettacolo è importante per tutti noi. Lo abbiamo visto durante i mesi del lockdown. Tutti appiccicati allo schermo tv che passava film, serie e intrattenimento. Certo il settore del teatro e del cinema ha subito un duro colpo, ma si sta riprendendo con fatica e sacrificio, come sempre del resto. Sono categorie che andrebbero aiutate, anche perché creano un indotto di lavoro notevole, macchinisti, attrezzisti, ma anche sceneggiatori, musicisti, ecc. In Francia destinano una parte dell’incasso dei biglietti del cinema delle grandi major per le produzioni nazionali. Non possiamo fare così anche noi in Italia?