Galeotto fu il fumetto e chi lo scrisse: intervista ad Alessandro Polito e Laura Pederzoli

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Dalle loro matite nasce la prima biografia a fumetti di Ludwig van Beethoven. Edito da Curci Young, si compone di 46 pagine e con la possibilità di collegarsi a Spotify ed Apple Music per ascoltare la sua musica. Poiché il libro mi è piaciuto un sacco (tratta dall’infanzia a Bonn sino alla maturità viennese, evidenziando il suo ruolo storico di chi ha rivoluzionato per sempre il mondo della musica), ho trovato il coraggio di bussare alla porta dei due coniugi e fare qualche domanda. Mi si sono presentati con una sgargiante t-shirt…

Alessandro Polito e Laura Pederzoli.. da quanto vi conoscete? Da quanto lavorate assieme?
Alessandro – Ci conosciamo dal 2003. Ci siamo incontrati a Firenze grazie a un’amica comune che conosceva bene entrambi (era stata mia compagna di liceo e collega di Laura all’università) e pensava che dal nostro incontro potesse nascere “qualcosa”. E così è stato. Ho proposto subito a Laura di lavorare assieme per un fumetto che avevo abbozzato l’anno precedente ma che tenevo chiuso in un cassetto perché non sapevo come colorarlo.
Laura – Accettai la sua proposta perché mi incuriosiva . Non mi ero mai cimentata nel campo dei fumetti e la ritenevo un’esperienza interessante per arricchire il mio curriculum. Mai avrei pensato di sposarlo, dopo ben dieci anni passati a frequentarci disegnando e colorando. Beh… che dire? “Galeotto fu il fumetto e chi lo scrisse!”.
Oltre alla passione per i fumetti, credo che ognuno di voi abbia un percorso scolastico abbastanza differente … Così come in campo lavorativo…
Laura – Ho studiato grafica pubblicitaria all’Istituto d’Arte di Firenze, poi Storia dell’arte laureandomi in Lettere e, infine, ho conseguito un dottorato di ricerca in Linguistica sulla gestione della didattica online. Il mio esordio in campo lavorativo è stato come grafico. Dapprima per il cartaceo e poi anche per il web. Per otto anni ho insegnato comunicazione multimediale e sono stata tutor didattico in un master dell’Università di Firenze. Col tempo, mi sono sempre più appassionata alla progettazione e alla gestione della didattica online e all’edutainment, argomenti che ho sviluppato, in diversi modi, nel lavoro, nella ricerca e nei libri pubblicati con Alessandro.
Alessandro – Io invece ho frequentato il liceo classico e contemporaneamente il Conservatorio nella mia città natale, Palermo. Poi mi sono iscritto all’Università. Sono stati anni di formazione molto duri. Alla fine, mi sono ritrovato con una laurea in filosofia e tre diplomi (in pianoforte, in direzione di coro e in composizione). Ma non mi sono fermato. Ho conseguito un dottorato in Uomo e ambiente e mi sono nuovamente diplomato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma nel corso superiore di composizione. Chiariamo una cosa però: non sono un “collezionista di diplomi”. I miei titoli parevano non sembrare “sufficienti” per trovare un lavoro e così, nell’attesa del “miracolo”, ho continuato a studiare almeno quello che mi piaceva. E, finalmente, dopo avere peregrinato per mezza penisola, ho cominciato a lavorare. Dopo alcuni anni di insegnamento di materie compositive (sia per il corso di composizione sia per quello di didattica) presso i conservatori di Reggio Emilia e Palermo, ho iniziato a insegnare filosofia a Lucca e poi a Firenze. Oggi insegno presso il Liceo Artistico di Porta Romana, l’ex Istituto d’Arte in cui Laura si è formata: le coincidenze della vita non smettono di stupirci!
Ho molto apprezzato Io sono Beethoven, il vostro più recente libro. Volete raccontarmi come siete arrivati a realizzarlo?
Laura – Da quando ci siamo sposati, ci piace intraprendere viaggi sulle tracce di musicisti, artisti, poeti o romanzieri che poi “useremo” nei nostri fumetti. Non siamo tipi da spiaggia, ma preferiamo girare per musei. Per il nostro Beethoven, eravamo già stati a Vienna, nel 2015, e a Praga nel 2016: volevamo inserire il suo personaggio all’interno della nostra serie a fumetti Herr Kompositor, edita dalle Edizioni Curci. Durante il lockdown del 2020, ci siamo trovati intrappolati tra le mura domestiche e, invece di stare a lamentarci, abbiamo pensato di impiegare costruttivamente il nostro tempo.
Alessandro – Si festeggiavano, infatti, in tutto il mondo i 250 anni dalla nascita del genio di Bonn e, così, abbiamo immaginato di “scorporare” il personaggio dal nuovo volume di Herr Kompositor, in cui doveva essere inizialmente inserito, dedicandogli un volume autoconclusivo e creando, così, un vero e proprio spin-off della serie madre. Per noi, era una scommessa lavorare senza Alex – il protagonista della serie Herr Kompositor – e la sua banda di amici. Abbiamo abbassato il target, cambiato il formato e il font usuale ma, soprattutto, eliminato completamente la parte manualistica che, di solito, è preponderante nei nostri lavori. È rimasta l’esattezza del saggio biografico e l’accuratezza della ricerca iconografica – la Curci non ci ha chiesto un volume di fantasia ma uno starting point per avvicinarsi a Beethoven: tutto ciò che scriviamo o disegniamo, perciò, è autentico (anche gli episodi più buffi) – ma, al contempo, la leggerezza del volume è garantita dall’uso del medium fumetto.
Laura – Il libro scorre velocemente, ti diverte e impari tantissime cose su Ludwig van Beethoven, avendo anche la possibilità di ascoltare la sua musica grazie alla doppia playlist (su Apple Music e Spotify) che costituisce un ulteriore ritratto musicale legato per somiglianza o contrasto a ciò che viene raccontato in ogni capitolo del fumetto: è la nostra idea di edutainment. È stato molto bello, inoltre, vedere dei bambini che si appassionano al personaggio grazie alla caricatura che ne ha fatto Alessandro: il “grugno” e il “testone” funzionano.

Il focus di tutto mi sembra proprio la galassia Herr Kompositor
Alessandro – … che è giunta a tre graphic novel più un card game. Herr Kompositor è ormai una piccola saga a fumetti (che ho scritto al contrario – è uscito prima il terzo volume, poi, il secondo e, infine, il primo – facendo molta attenzione agli incastri della continuity) che è anche un manuale molto originale ed essenziale per comporre musica immediatamente, risparmiando lunghi anni di studio di solfeggio e armonia. Si tratta di una scommessa editoriale da parte delle Edizioni Curci: nessuno in Italia aveva il coraggio di pubblicare un fumetto che racconta la storia di un bambino che cresce e che impara a comporre musica… e che lo insegna per davvero anche al lettore che parte da zero. Affrontando i tre volumi nell’ordine corretto (Leggere la musica, Il segreto dei compositori e Scrivi una canzone!), infatti, e svolgendo gli esercizi via via indicati, il lettore (senza alcun bisogno di alcun tipo di conoscenza musicale pregressa), impara a comporre musica. Quando abbiamo iniziato, nel 2013, il fumetto didattico qui in Italia era ancora una “novità”: ricordo ancora la perplessità di chi leggeva solo la parte a fumetti saltando quella manualistica o di chi apprezzava il manuale di composizione ma storceva la bocca per la sua “poco seria” realizzazione sotto forma di fumetto.
Laura – Pochissimi comprendevano che le due parti erano legate a doppio filo perché pochissimi avevano la pazienza di leggerci per intero e fino in fondo. È stato frustrante. Indubbiamente, abbiamo incontrato una doppia diffidenza: di una parte del mondo del fumetto italiano (che fatica a recepire la possibilità dell’edutainment) e di una parte di quello musicale (che immagina che si impara solo indossando un cilicio). Angelo Nencetti, il direttore del Museo del Fumetto di Lucca, capì invece immediatamente l’importanza di quello che stavamo facendo e subito ci dedicò lo spazio di una mostra già nel 2013. Negli stessi anni, il pubblico italiano cominciava a scoprire il graphic journalism, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Nei momenti di relax, oltre alla musica ci sono passioni particolari che coltivate?
Laura – La mia passione è collezionare “prodotti” (stampe cromolitografiche, cartoline, figurine, libri, fumetti, film, locandine, francobolli, ceramiche, scatole di latta, giochi, profumi, gadget ecc.) che riguardano la trilogia dei moschettieri di Alexandre Dumas. Ne possiedo quasi un migliaio, datati dal 1848 a oggi, e provenienti da oltre 50 paesi. Ma Alessandro e io siamo pure due “ricercatori” appassionati, sempre a caccia di stimoli nuovi per divertirci insieme (un viaggio, un libro o una serie televisiva). Ci piacciono molto la fantascienza e tutte quelle “cose da nerd” che riempiono le fumetterie… Un’idea può venirci all’improvviso e ce l’appuntiamo anche nelle ore più strane della notte sui nostri taccuini, disegnandola o scrivendola.
Alessandro – A quanto già detto da Laura, aggiungo soltanto che colleziono (e leggo soprattutto!) fumetti da quando avevo cinque anni. La nostra casa è letteralmente invasa da fumetti di ogni genere: italiani, francesi (soprattutto) e americani. Con il passare degli anni, però, sono diventato un meta-lettore: mi diverto a “smontare” ciò che compro per scoprirne le regole. Se ritengo di non aver nulla da imparare da un fumetto (dopo averlo “sbirciato” per bene!), oggi non lo compro neppure. Quali artisti avete amato in gioventù e quali invece i musicisti/cantanti che seguite di più ultimamente?
Laura – Per me, la musica è sempre stata una compagna di viaggio e di studio indispensabile. Ad esempio, come sottofondo quando disegno. Ho sempre ascoltato di tutto e oggi, con le playlist su Apple Music e Spotify, è ancora più semplice tenersi aggiornati. Però, mi piace spaziare: non amo seguire un’artista in particolare, tranne mio marito, naturalmente 😉 che, fra l’altro, mi ha fatto conoscere meglio il mondo della musica lirica (sua sorella Clara è un soprano) e fatto scoprire la musica contemporanea. Però, la mia musica preferita, fin da quando ero ragazzina, è sempre stata la musica barocca di Bach, Handel e Dufay e le colonne sonore di Hans Zimmer e Danny Elfman.
Alessandro – Da giovanissimo amavo (e amo ancora) Bach, Beethoven, Bartok e Debussy: tutti autori che ero in grado di suonare al pianoforte. Poi, dopo Schoenberg, Berg, Webern e Stravinsky, sono rimasto affascinato dalla musica di Ligeti e Sciarrino. Per il resto, ho sempre avuto una autentica mania per The Beatles, Frank Zappa, Pink Floyd e Radiohead. Oggi, preferisco ascoltare per lo più musica antica del quattro-cinquecento e la contemporanea più “spinta” (ho tanti amici compositori che seguo con affetto e stima). Non lo faccio per spocchia: quello che sento in giro – conosco tutte le ultime novità grazie ai miei allievi che mi tengono costantemente aggiornato – difficilmente mi provoca un “sense of wonder”. Infine, come ti anticipava Laura, sono un appassionato d’opera lirica: Verdi e Puccini sono entrati stabilmente nel mio cuore intorno ai vent’anni.
Siete una caldera creativa in continua ebollizione, ma su Herr Kompositor ci sono già delle novità a cui state lavorando e che ci potete raccontare?
Alessandro – I manuali a fumetti di Herr Kompositor ci costano tanta fatica già in fase di progettazione: la loro architettura è complessa (e pure la parte manualistica deve essere rigorosa). Cerchiamo costantemente di semplificarli in fase di realizzazione perché le proposte troppo “sofisticate” rischierebbero di non essere apprezzate da un “lettore medio”. Il nostro direttore editoriale ci marca stretti. Non dimentichiamo, poi, che parliamo di un fumetto-manuale che insegna il gusto per la composizione musicale e non di una serie main-stream da edicola. Il nostro pubblico è una nicchia del mercato: ne siamo più che consapevoli.
Laura – Un nuovo volume di Herr Kompositor bolle già in pentola, ma attualmente stiamo lavorando su un’altra biografia a fumetti – e non ti diremo di chi si tratta neanche sotto tortura. In ogni caso, non finiremo mai di creare per il mondo di Herr Kompositor perché per noi non è solo una serie a fumetti ma è il progetto che ci ha uniti.