Dal rock/new wave degli Esprit Nouveau al tango: con noi Donatella Alamprese..

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A Firenze al Teatro di Cestello il 2 e 3 Aprile il suo spettacolo Bandiera Sconosciuta. Se le immagini della guerra tra Russia ed Ucraina le trovate drammatiche nella loro stupidità, allora sappiate che Donatella Alamprese conosce bene quei posti e per questo mi ha detto che quelli sono popoli fratelli, con lingue simili poiché entrambe derivano dallo slavo ecclesiastico. Questa intervista riveste perciò una inaspettata attualità …

Con noi Donatella Alamprese, pronta con il suo spettacolo Bandiera Sconosciuta: logico chiederti qualche cosa in più … Possiamo definirlo un inno al cambiamento che può solo avvenire attraverso il dialogo e lo scambio, superando i confini dei nazionalismi. Una Bandiera Sconosciuta di cui l’ umanità è ancora alla ricerca.
Quali le differenze sostanziali con gli altri tuoi lavori? Chi sono i musicisti che ti accompagnano? Si tratta di un lavoro inedito. Le musiche di Gianni Vergelli, i testi miei e di Roberto Riviello. Un progetto che era nel cassetto e che prende corpo e voce per parlare di pace e di rinascita , pur indagando i sentimenti più profondi e controversi dell’ animo umano. La direzione musicale è di Marco Giacomini e i musicisti sono quelli con i quali collaboro da anni. Amedeo Ronga, Andrea Tinacci e Paolo Casu. Mi piace il lavoro di squadra .Il pubblico sente l’ energia di chi è in sintonia. Il Teatro di Cestello è poi già da molti anni diventato il luogo del cuore dove debutto con i miei spettacoli. La regia è del suo direttore artistico, Marcello Ancillotti e le scene di Cecilia Micolano.

Da poco sei anche la project manager della sezione Musica e Teatro dell’Associazione Lucana a Firenze: a cosa stai pensando da realizzarsi nei prossimi mesi? Sono entusiasta dell’ incarico conferitomi dall’ Associazione e dalla presidente Antonella Di Noia; l’ Associazione mi conferì il Premio di Eccellenza sul territorio nel 2019 e da allora mi sono appassionata alla loro mission. Un team di persone empatiche e generose, come siamo noi lucani ..o no? Il 9 Aprile apriremo con una video proiezione della piece teatrale “Isabella” di Roberto Riviello dedicata alla poesia e la tragica storia di Isabella di Morra da Valsinni, al Caffè Letterario de Le Murate, a seguire apericena e musica dal vivo. Poi per la settimana lucana sorprese sia musicali che teatrali, ma non posso fare anticipazioni.

Quali sono gli artisti che hai amato da giovane e quali invece i cantanti che ora ti stanno coinvolgendo di più? I miei studi musicali iniziano a 14 anni con la chitarra.. i miei amori Joni Mitchell e Joan Baez, i Beatles. A 18 anni ero a Londra e suonavo questa musica nei pub. Annie Lennox, Patti Smith. E poi De Andrè e Battiato. Certo indimenticabile il periodo rock-new wave quando ero la leader degli Esprit Nouveau! Allora scrivevo testi in inglese. Fummo anche prodotti da Carlo Conti. Poi gli studi classici e l’ incontro con Katy Berberian. Il Tango e Piazzolla per le mie radici argentine. Amo da sempre Milva e Ute Lemper. Oggi davvero non saprei, mi ritengo fortunata ad aver girato il mondo con le mie tournèè e sono oltre 10 anni che propongo un repertorio in tante lingue, per l’ esattezza nove ; forse per una sensibilità affine sul piano della ricerca la cantante Tosca che di recente ha intrapreso un percorso simile.

…che bella la tua interpretazione con Lorenzo Andreaggi nel recente disco con Narciso Parigi nel cuore .. Lorenzo è un amico e una persona fantastica, un divertimento e un piacere cantare con lui. Perfetto erede del grande Narciso, sempre nel cuore. Amo Firenze (mia città adottiva) e già nel 2015 a Kyoto in occasione del 50esimo anniversario del gemellaggio con Firenze, non mancai durante il concerto di omaggiare Narciso accompagnata dalla chitarra di Marco Giacomini e il clarinetto di Andrea Tinacci. Una grande emozione .
L’ultima domanda che ti voglio fare riguarda la tua esperienza di studio ed umana in Ucraina…Con una borsa di studio trascorsi da studentessa di letteratura russa un periodo di studi tra Mosca e Kharkiv (in russo era Kharkov). Una esperienza culturale e umana altamente formativa. Popoli fratelli, lingue simili poiché entrambe derivano dallo slavo ecclesiastico. Frequentavo il Politecnico e certo la lingua ufficiale era il russo . E’ stato prima della glasnost di Gorbaciov, dunque c’ era molto controllo ma un livello culturale e musicale altissimo. Ho nel cuore le bellezze di quella città e della sua gente e prego perchè questa guerra, come le altre attive sul pianeta , finiscano. Tutte. Adesso.